Si sono ritrovati in migliaia, giovedì scorso, in piazza del Popolo a Roma e in piazza Duomo a Milano, a manifestare, per sensibiliz-zare le istituzioni (anche nella speranza che il nuovo governo si riveli meno “osti-le” del precedente) sulla drammatica situazione del comparto del gioco legale. Le sale scommesse sono chiuse da mesi e, al mo-mento, non si ha la minima idea di quando potranno riaprire. Stessa cosa per sale giochi, bingo, eccetera. Uno stato di grande difficoltà che investe almeno 150mi-la lavoratori per un totale di 400mila persone (se si con-siderano i rispettivi nuclei familiari). E, colmo dei col-mi, un danno erariale che, per il solo 2020, si calcola che sfiori i 5 miliardi di euro. Non solo: perché oltre al-l’ammanco sui mancati pre-lievi fiscali, il danno per lo Stato arriva anche dal fatto che, una parte dei giocatori, si sia “inevitabilmente” ri-volta al gioco illegale. In-somma, uno stato di cose insostenibile se non si av-vierà quanto prima un pia-no che preveda una gra-duale riapertura delle atti-vità. Almeno per quanto ri-guarda le regioni in zona gialla. I titolari dei punti gio-co hanno investito per ga-rantire la sicurezza dei clienti: fateli tornare al lavo-ro il prima possibile.